In Italia e altri Paesi il traffico è più che raddoppiato: nel mirino Messenger e WhatsApp. Le infrastrutture di Menlo Park potrebbero non riuscire a reggere nuovi incrementi.
Il coronavirus preoccupa Mark Zuckerberg e minaccia i server di Facebook, che rischiano addirittura di «fondersi». A lanciare l’allarme è stato, mercoledì, proprio il numero uno di Menlo Park, che durante una press call ha espresso tutta la apprensione in merito alle possibili conseguenze del coronavirus.
«Essere all’altezza dell’epidemia»
Come esempio principe di ciò che sta accadendo, il 35enne ha citato proprio il caso dell’Italia, che insieme agli altri Paesi maggiormente colpiti dall’epidemia sta facendo registrare volumi di utilizzo mai visti in precedenza su Messenger e WhatsApp. Il problema, nello specifico, non sta tanto nei messaggi di testo, quanto nelle chiamate vocali e, soprattutto, nelle videochiamate. Cioè le funzioni che richiedono più dati. In questo senso, Zuckerberg ha spiegato come il traffico degli ultimi giorni sia più che raddoppiato rispetto al normale, attestandosi «ben oltre il picco massimo annuale della notte di San Silvestro». Ebbene, se simili incrementi dovessero verificarsi anche in nazioni non ancora interessate da restrizioni analoghe a quelle italiane, il rischio che i server vadano completamente in tilt potrebbe rivelarsi più concreto del previsto. «Per il momento – ha dichiarato Zuck – non ci troviamo ancora di fronte a una massiccia epidemia nella maggior parte dei Paesi del mondo. Ma se ciò accadrà, allora dovremo davvero assicurarci di esserne all’altezza dal punto di vista delle infrastrutture». La sfida al virus è dunque lanciata. Gli incrementi erano certo preventivabili, ma a giudicare dalle parole utilizzate forse non fino a questi livelli. Parallelamente al purtroppo certo aumento dei contagi mondiali, quindi, in casa Facebook si prospettano significativi interventi per scongiurare brutte sorprese ai danni di miliardi di utenti.
Le cifre dell’Italia
Negli ultimi tempi si è registrato un aumento di oltre il 70% del traffico internet sulla rete fissa, con un grande contributo derivante dai giochi online; un’altra diretta conseguenza del lockdown, che oltre ai lavoratori ha lasciato a casa anche milioni di studenti. Risultato? Numeri da record, come dichiarato da Valeria Rossi, direttore generale del Milano Internet Exchange, centro di interconnessione da dove transita il 20% del traffico italiano. «Dal decreto dell’8 marzo firmato dal governo – ha dichiarato al Corriere – abbiamo visto un incremento del traffico del 25%, e ormai siamo costantemente sopra il terabit al secondo». La Regione Piemonte ha invece reso noto che, da quando è scattata l’emergenza, sul suo territorio il consumo di Internet è cresciuto del 50% rispetto a gennaio. Ancor più netto, infine, l’aumento delle Vpn (reti virtuali private) nazionali nella settimana tra il 9 e il 15 marzo: +112%.
(fonte: corriere.it)